C’è sempre la jilal nei ricordi di infanzia di un somalo. C’è il tempo della sete, della carenza d’acqua, dell’erranza nel deserto per poter esaudire il desiderio di assaporare nuova vita. Ci pare irreale, persino anacronistico, eppure ancora oggi la Somalia è una delle zone più colpite dalla siccità. Nessuno sembra accorgersene, ma proprio in queste settimane, nel Corno d’Africa, sedici milioni di persone stanno affrontando la quinta stagione delle piogge che fallisce. Muoiono gli animali, la terra si inaridisce, muoiono uomini, donne e bambini. Giovani e anziani, passato, presente e futuro. Muoiono di sete. Muoiono di fame. Muoiono perché il mondo immaginato da John Lennon è ancora, e resterà, il motivetto di qualche pacifista.