Ipotesi sul mio disfacimento

L’inchiesta del poeta mette in scena l’esistenza di individui che – senza presentare la minima turba psichica superficiale – esaltano un carattere particolare, una celata richiesta di aiuto. Pacini scava un vuoto che è un grembo perfettissimo di memoria usando gli stessi attrezzi per seppellire e disseppellire, in un’azione e contro-azione etica che determina attorno all’io tre sfere concentriche. la seconda che va più lontano della prima; la terza che va più lontano della seconda. In mezzo, l’io si dilata fino al disfacimento (o almeno alla sua ipotesi): vorrebbe ricostruire tutta l’esperienza in un nuovo spazio, abbracciarla in un tempo libero e liberato da un pensiero dominante che non è compatibile con il tempo della poesia. […] Una specie di assimilazione involontaria del reale attraverso i tic, che procede in modo del tutto naturale, quasi istintivo. Il tic sembra essere per Bernardo il Big Bang, lo sforzo da cui facciamo derivare le idee, le parole e i pensieri. In un tic assurdo può avvenire il tac: due semplici suoni capaci di generare un’esplosione di senso.

15.00  (IVA inc.)

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